Ci sono circostanze in cui la morte arriva silenziosa, nel cuore di una notte d'inverno in cui si potrebbe sentire una foglia cadere.
Sono le 3.00 di notte a Valladolid, nel nord della Spagna. Il treno Espresso 861 proveniente da Madrid e diretto a Santander denominato "Cantabria" viene fermato al binario 1 per una sosta di pochi minuti.
Il convoglio è composto da diverse vetture tra le quali la penultima è una carrozza letti Tipo P in acciaio inox e l'ultima un carro porta auto. La distanza tra le due città, del resto, è notevole e in diversi ne approfittano per portarsi la propria vettura al seguito.
La stazione è eccezionalmente piena di convogli, diversi dei quali in sosta. Si tratta di un impianto passante dove i treni normalmente fermano, espletano servizio viaggiatori e poi ripartono.
Quella sera, però, il destino ha altri programmi che finiranno per mettere in atto una delle pagine più buie delle ferrovie spagnole. A pochi chilometri dal "Cantabria" è infatti in corsa un altro convoglio, l'Espresso 461 "Costa Vasca". Anch'esso ha lasciato Madrid poco prima ma è diretto a Bilbao. La sua composizione è piuttosto robusta, motivo per il quale nella stazione di Medina del Campo viene inserita una seconda locomotiva in testa.
A circa 40 km da Valladolid i macchinisti del "Costa Vasca" fanno una scoperta terribile. Forse c'è un problema nell'impianto o forse la prova freno è stata fatta male, fatto sta che il convoglio frena pochissimo, molto meno rispetto a quanto dovrebbe. I due nella cabina cercano invano una soluzione, provando a rallentare la corsa del treno in tutte le maniere. Giunti a pochi chilometri dalla stazione di Valladolid avvisano il capo dell'impianto del problema riuscendo a portare la velocità del convoglio a 45 km/h.
Sembrano pochi, ma il treno pesa centinaia di tonnellate ed è lanciato come una freccia e davanti a sé, con la stazione tutta occupata, non ha binari liberi dove passare. Il capo impianto di Valladolid si precipita alla testa del "Cantabria" gridando ai macchinisti di sfrenare il convoglio e di partire prima possibile. Ma è troppo tardi.
A circa un chilometro dalla stazione, i due titolari del "Costa Vasca" si gettano dal treno per salvarsi la vita, lasciando l'Espresso al suo corso. Il convoglio con le due locomotive in testa e senza più nessuno ai comandi entra al binario 1 e con tutta la forza che ha va a sbattere violentemente contro l'ultimo elemento del "Cantabria", il carro porta auto.
Quest'ultimo, dalla caratteristica forma con due pianali, si trasforma in una doppia lama che per metà lunghezza si accartoccia e per l'altra metà, non trovando resistenza nelle auto sopra caricate, si infila dentro la vettura letto falciando a metà tutto quello che trova.
Otto persone senza che se ne accorgano vengono strappate alla vita. Una esce miracolosamente illesa mentre un'altra rimane incastrata tra le lamiere accartocciate venendo salvata solo cinque ore dopo.
Quella che si trovano davanti i soccorritori è una scena agghiacciante. Il carro è letteralmente inglobato dentro alla carrozza e anche solo per liberare i cadaveri è necessario tagliare la vettura pezzo per pezzo.
Sebbene la causa principale dell'incidente venga ricondotta ai freni, il conducente del treno diretto a Bilbao viene incriminato per non aver attivato il sistema di emergenza che forse avrebbe potuto rallentare ancora di più il convoglio. Il suo estremo tentativo è stato invece quello di togliere l'alimentazione al locomotore con un risultato tutt'altro che soddisfacente. Il ferroviere, inoltre, viene criticato per non essere stato tempestivo nella comunicazione del guasto visto che già diversi chilometri prima di averlo reso manifesto al capo impianto di Valladolid aveva notato delle anomalie.
Come spesso accade in incidenti come questo, poteva andare meglio ma poteva anche andare molto peggio. Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, se ci fossero stati altri 2 minuti a disposizione il "Cantabria" sarebbe riuscito a partire lasciando il binario libero per il "Costa Vasca" che lo avrebbe percorso per inerzia fino a fermarsi. Per contro, però, se il personale di macchina del "Cantabria" non avesse sfrenato il treno cercando di lasciare in fretta la stazione, il "Costa Vasca" sarebbe entrato dentro ad esso ancora più violentemente, provocando probabilmente molte più vittime.