"Uno scossone, come se una mano invisibile avesse improvvisamente scosso i cavi".
È questa l'impressione che ha chi si è appena trovato davanti al disastro di Saint Étienne en Dévoluy.
Sono le prime ore del mattino del 1 luglio 1999 e una ventina di membri dello staff che lavorano al Plateau de Bure Interferometer, un interferometro a dieci antenne sul Pic de Bure (2.550 m,) nelle Alpi francesi si imbarcano su una gondola che corre sulla funivia di proprietà della società.
Tutte le venti persone a bordo sono di nazionalità francese, e tra loro viaggiano cinque astronomi, nove lavoratori edili, quattro tecnici e due addetti alla manutenzione.
Alle 7:15 ora locale, quando la funivia ha percorso circa 500 metri dal punto di partenza, la gondola si staccata dal cavo e precipita per 80 metri sulle pareti rocciose della valle sottostante, disintegrandosi al momento dell'impatto e uccidendo tutti coloro che erano a bordo.
"La cabina era tra il primo e il secondo traliccio. Ha rinculato verso la stazione, poi all'improvviso si è sganciata dai cavi ed è precipitata". Questo quello che vede il manovratore a Enclus, la stazione di partenza della teleferica. Pochi minuti prima aveva salutato come ogni mattina suo fratello, padre di due figli, addetto alla guida della gondola. E alle 7.15 lo ha visto cadere nel vuoto insieme agli altri diciannove passeggeri della teleferica.
Sul Plateau du Bure, a 2.550 metri di quota, nel 1980 era stato costruito il radiotelescopio in grado di osservare la luminescenza emessa dagli astri, cinque gigantesche antenne paraboliche dal diametro di 15 metri e montate su binari per seguire le emissioni delle stelle.
Per collegare quel picco dall'aspetto lunare con il resto del mondo, dal febbraio 1982 fu ideata la teleferica dell'Enclus, due cavi lanciati nel vuoto per due chilometri appoggiati a tre soli pilastri d' acciaio. Su quei due cavi per diciassette anni ha scivolato senza problemi la cabina di vetro e ferro, colorata di beige e blu e capace di trasportare fino a 7 tonnellate di carico.
L'impianto era regolarmente controllato e l'anno precedente era stata fatta una revisione dell'intero sistema e anche la settimana prima dell'incidente era stata controllata la cabina. Il 1 luglio 1999, tuttavia, qualcosa è andato inesorabilmente storto.
La teleferica, destinata al trasporto di materiali e dipendenti dell'osservatorio, era vietata ai cittadini del paese sottostante per i quali era sempre stata una presenza discreta e in qualche modo rassicurante.
Alcuni testimoni hanno riferito che la sensazione è stata che uno dei cavi che reggevano la gondola si fosse spezzato. Funzionari locali hanno invece dichiarato che la gondola si è liberata da due dei tre cavi che la sostenevano, causando il collasso del terzo cavo. Tuttavia, il prefetto della regione delle Alte Alpi ha detto in una conferenza stampa che la gondola si sarebbe sganciata dai cavi per un motivo sconosciuto.
Le pene per gli addetti alla manutenzione e gli operatori della funivia sono state minime.