Sono soltanto 7 i secondi che intercorrono tra la vita e la morte.
È il 28 agosto 1988 quando sulla base militare di Ramstein si consumava una delle peggiori tragedie dell'aviazione militare italiana durante l'esibizione della Pattuglia Acrobatica Nazionale dell'Aeronautica Militare Italiana, le "Frecce Tricolori".
L'esibizione acrobatica si chiama "Flugtag '88", è ospitata dalla base NATO della cittadina della Germania Occidentale ed è presente una folla di circa 300.000 spettatori, sistemati nei prati nelle immediate adiacenze della pista.
Nel primo pomeriggio è il turno delle Frecce Tricolori, una delle pattuglie acrobatiche da sempre più apprezzate al mondo che si presenta con un comandante veterano, il quarantunenne fiorentino Tenente Colonnello Mario Naldini e ben 10 veicoli, unica formazione ad averne così tanti.
I piloti italiani decollano sui Macchi MB-339 ed iniziano la sequenza delle acrobazie. Oltre ai "classici" tonneau e looping, l'esibizione delle Frecce comprende l'Apollo 313 (dal codice militare della Pattuglia) ed il Lomcevak (una figura in cui il jet arriva al punto di stallo prima di essere ripreso dai piloti).
Poi c'è l'ultima figura, lo spettacolare "Cardioide", dove gli aerei si dividono in due gruppi e un solista. A bassa quota le due formazioni si incrociano per poi formare con un doppio looping la figura di un cuore che viene trafitto dal solista scese in perpendicolare passando esattamente in mezzo ai due gruppi che si incrociano a bassa quota.
È proprio in quest'ultima figura che si consuma il dramma. Il Macchi del solista, il Capitano Ivo Nutarelli (Pony10) effettua la picchiata con un anticipo di qualche frazione di secondo, dopo aver cercato invano di correggere la sua traiettoria con l'attivazione dell'aerofreno di picchiata.
L'impatto con Pony2, pilotato dal Capitano Giorgio Alessio è devastante. L'ala del Macchi di Nutarelli trancia di netto la cabina di pilotaggio del giovane pilota di Alessandria uccidendolo sul colpo. A sua volta l'aereo di Nuterelli colpisce con la prua Pony1, il Macchi pilotato dal Capoformazione Mario Naldini, tranciandone di netto la coda e gli impennaggi e rendendolo di fatto ingovernabile. I 3 aerei, che si trovano a pochi metri dal suolo diventano schegge impazzite senza che nessuno dei tre piloti possa fare nulla.
Il jet di Naldini si schianta su una corsia stradale laterale alla pista, coinvolgendo l'elicottero di soccorso e ferendo gravemente il pilota, che morirà in ospedale per le gravissime ustioni.
Pony 2, con a bordo il corpo ormai senza vita del Capitano Alessio impatta in fiamme sulla pista. Ma il peggio deve ancora venire. Pony10, ormai privo della cabina di pilotaggio nella quale si trovava Nutarelli investe la folla nel punto di maggiore concentrazione di spettatori.
Dopo aver investito alcuni veicoli in sosta, l'aereo esplode generando una scia di fuoco e schegge metalliche che investe in pieno gli spettatori. Pochi secondi per lasciare senza vita su quella lingua di prato 70 persone tra cui i 3 piloti italiani e 346 feriti.
Dopo lo sgomento iniziano le indagini sull'accaduto. Dalle relazioni ufficiali l'ipotesi più accreditata e ufficialmente riconosciuta è quella dell'errore umano. L'impatto tra i velivoli delle Frecce Tricolori sarebbe stato imputabile ad un'imprevisto incremento di quota del Macchi pilotato dal solista Ivo Nutarelli e alle conseguenti manovre correttive effettuate al fine di recuperare il lieve ritardo nei confronti del resto della formazione.
Non mancarono tuttavia negli anni seguenti ipotesi inquietanti. La principale riguarda il legame che ci sarebbe stato tra l'incidente di Ramstein e la strage di Ustica del 27 giugno 1980.
Il collegamento sarebbe dato da due dei piloti morti il 28 agosto 1988 che si erano trovati in volo a fianco del Dc-9 Itavia otto anni prima. Ivo Nutarelli e Mario Naldini, allora in forza al 4° Stormo di Grosseto avevano seguito per un tratto l'aereo di linea sul loro F-104, terminando il volo dopo aver lanciato un codice che indicava uno stato di guerra aerea.
La teoria del sabotaggio del Macchi di Nutarelli, che avrebbe portato al conseguente disastro e alla morte dei due testimoni della sera di Ustica, sarà a lungo supportata dai parenti dei due piloti morti a Ramstein per voce dell'avvocato Daniele Osnato e da parte della stampa tedesca. La loro ipotesi sarebbe supportata da una serie di incongruenze e dalle indagini lacunose e frettolose svolte sui rottami dei tre aerei precipitati. Un'altro elemento emerso dalla inchiesta alternativa riguarda la morte in un incidente stradale del Comandante della base aerea di Grosseto, il Colonnello Pierangelo Tedoldi, poco dopo aver raccolto le testimonianze di Naldini e Nutarelli su quanto accadde attorno al Dc-9 Itavia.