È il 14 febbraio 2004 e a Mosca è in corso una fitta nevicata.

In molti stanno tornando nelle loro abitazioni dopo una giornata di lavoro o di svago, visto che è sabato, ma circa 1.300 persone si stanno divertendo dentro al parco acquatico Transvaal Park, situato a Jasenevo, un quartiere a sud della Capitale.

La struttura è caratterizzata da diverse grandi piscine riscaldate, tra cui una con le onde e un "fiume" tortuoso con i tubi, ed è diventata nel giro di due anni dalla sua costruzione una delle attrazioni più popolari di Mosca e un simbolo della fioritura nel paese dell'impresa privata.

Con i suoi 20.000 metri quadrati di grandezza e la possibilità di accogliere fino a 2.000 persone, essa si basa su un tema africano da cui prende il nome che deriva appunto dalla provincia del Sud Africa di Transvaal. Al suo interno è presente anche una sauna e non mancano ovviamente le attrazioni per i più piccoli.

All'improvviso alle 19.15, accompagnata da un fortissimo boato, la cupola di vetro di parte della struttura collassa su sé stessa e si abbatte sulla zona con le attrazioni più seguite che include anche una piscina per bambini.

Il crollo del tetto del complesso sportivo semina il panico tra le persone che si trovavano all'interno. Molte di loro fuggono con indosso solo il costume da bagno malgrado le temperature rigide con le quali si trovano improvvisamente ad avere a che fare.

Sul luogo della tragedia accorrono subito i soccorritori che nonostante sia notte e le condizioni meteo siano avverse, iniziano subito la ricerca dei dispersi. Dalle macerie vengono estratti 28 morti, tra i quali 8 bambini mentre in totale sono 193 i feriti, tra i quali 51 bambini.

Il costruttore del parco, l'architetto Nodar Kancheli, ipotizza un possibile attentato ma un portavoce del ministero per le emergenze, smentendo l'agenzia di stampa Itar-Tass, precisa subito che il cedimento del tetto non è dovuto ad una esplosione.

La polizia di Mosca attribuisce il crollo al peso eccessivo della neve che si è accumulata negli ultimi giorni sulla cupola in vetro, tesi avvalorata da uno studio dei Paesi Bassi che parla di "rottura per corrosione sotto sforzo" di elementi di fissaggio o di altri elementi in acciaio inossidabile. La causa ufficiale viene tuttavia attribuita ad un errore di progettazione.

Nonostante una causa intentata, la tragedia del Transvaal Park non ha avuto colpevoli.