È il 10 settembre 2000, siamo ufficialmente ancora in estate ma l'Italia è sferzata da giorni da piogge battenti.

In particolar modo viene presa di mira dal maltempo la Calabria, soprattutto lungo la costa jonica. Le incessanti piogge che cadono per 48 ore di seguito ingrossano il torrente Beltrame che ha il suo alveo nei pressi di Soverato, cittadina considerata da sempre la perla dello Jonio.

Le precipitazioni cadono su un territorio già fortemente gravato dagli incendi estivi e l’acqua trascina con sé tronchi e detriti. Proprio questi oggetti vanno a formare una vera e propria diga una decina di chilometri più a nord di Soverato, a Petrizzi, gonfiando ulteriormente il corso d'acqua già pieno di suo.

Nei pressi del letto del fiume c'è il camping Le Giare dove disabili e volontari dell’Unitalsi di Catanzaro, stanno trascorrendo le loro vacanze. Il torrente Beltrame si ingrossa fino a oltrepassare la diga di detriti che all'alba del 10 settembre cede di schianto, rendendo la piena ancora più distruttiva.

L'ondata assassina arriva poco prima delle 5 e sorprende nel sonno tutto il campeggio. Una melma di fango, rami e resti di qualsiasi cosa, trasformatasi in una furia impazzita, si abbatte sulla struttura, travolgendola e portando via tutto quello che incontra.

Non c'è il tempo per rendersi conto di quello che accade. I più fortunati riescono ad aggrapparsi a qualcosa, alcuni cercano rifugio provando ad arrampicarsi sui tetti dei bungalow in muratura o sui salici non portati via dalla montagna di fango, ma per tredici persone non c'è niente da fare.

La furia distruttiva dell'acqua è talmente tanta che il corpo di uno di loro non verrà mai più trovato. Ironia della sorte, si trattava dell'ultimo giorno di vacanza, visto che il gruppo sarebbe dovuto ripartire per le loro case il giorno successivo.

Nel giro di poche ore un paradiso naturale si trasforma in un inferno. Molti bungalow sono completamente ricoperti, le auto del parcheggio raggomitolate ed ammassate quasi tutte sulla sponda sinistra del torrente danno l'impressione di trovarsi dentro a uno sfasciacarrozze. Un vasto e folto canneto viene messo giù in pochi secondi e in tutto questo il letto del torrente aumenta di almeno venti volte.

In un breve lasso di tempo, per il sopraggiungere di una calamità, con l’incuria dell’uomo che è incapace di prevenire, quello che era un luogo di grande bellezza viene trascinato nel gorgo della morte.

In tanti si rendono conto solamente il giorno dopo che, peraltro, la piccola struttura turistica sorgeva troppo vicina all'alveo del Beltrame.